27 luglio 2009

Scusi, terzo mondo rispetto a cosa?

Ci tengo a riportare qualche paragrafo da "Patas Arriba, La Escuela del Mundo al Revés", di E.Galeano. E' un libro che consiglio a tutti, soprattutto a coloro che hanno in programma di oltrepassare il varco atlantico o che semplicemente hanno voglia di farsi un viaggetto nella sana e politicamente scorretta informazione.

Sull'ipocrisia Occidentale e il suo filo-consumismo:
"I presidenti dei Paesi del Sud che promettono l’ingresso nel Primo Mondo, un atto di magia che ci convertirà tutti in prosperi membri del regno dello sperpero, dovrebbero essere processati per truffa e apologia del crimine. Per truffa, perché promettono l’impossibile. Se tutti consumassimo come consumano gli spremitori del mondo, rimarremmo senza un mondo. E per apologia del crimine: questo modello di vita che ci viene offerto come un grande orgasmo della vita, questi deliri del consumo che dicono essere una promessa alla felicità, ci stanno ammalando il corpo, avvelenando l’anima e lasciando senza casa: quella casa che il mondo volle essere quando ancora non era".

Sui paesaggi tipici dell'America Latina:
"Gli stati smettono di essere impresari e si dedicano a essere polizie.
I presidenti si convertono in gestori di imprese straniere.
I ministri di Economia sono buoni traduttori.
Gli industriali si convertono in importatori.
I più dipendono sempre di più dagli avanzi dei meno.
I lavoratori perdono il loro lavoro.
I contadini perdono le loro terre.
I bambini perdono la loro infanzia.
I giovani perdono la voglia di credere.
I vecchi perdono la loro pensione.
- la vida es una lotería - opinano i vincitori.



Sulla Globalizzazione della Paura, questa volta in lingua originale:
"Los que trabajan tienen miedo de perder el trabajo.
Los que no trabajan tienen miedo de no encontrar nunca trabajo.
Quienno tiene miedo al hambre, tiene medio a la comida.
Los automovilistas tienen miedo de caminar y los peatones tienen miedo de ser atropellados.
La democracia tiene medio de recordar y el lenguaje tiene miedo de decir.
Los civiles tienen miedo a los militares, los militares tienen miedo a la falta de armas, las armas tienen miedo a la falta de guerras.
Es el tiempo del miedo.
Miedo de la mujer a la violencia del hombre y miedo del hombre a la mujer sin miedo.
Miedo a los ladrones, miedo a la policía.
Miedo a la puerta sin cerradura, al tiempo sin relojes, al niño sin televisión, miedo a la noche sin pastillas para dormir y miedo al día sin pastillas para despertar.
Miedo a la moltitud, miedo a la soledad, miedo a lo que fue y a lo que puede ser, miedo de morir, miedo de vivir".

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